Un sondaggio nazionale del sito Studenti.it rivela che l’83% dei ragazzi si è dichiarato favorevole all’educazione sessuale a scuola, perché tra i giovani c’è molta disinformazione e perché parlare di sesso in famiglia è imbarazzante.
Cresce il numero di aborti e di malattie sessualmente trasmissibili tra le teenager, ma l’educazione sessuale in classe rimane una chimera. E ciò avviene malgrado siano sempre più studenti a chiederla: a confermare queste tendenze è stato il sito internet www.studenti.it, che, alla luce dei risultati di un sondaggio nazionale, si è fatto portavoce dei ragazzi, sottolineando che l’83% degli intervistati vorrebbe l’educazione sessuale a scuola.
Sul sito si sottolinea che “è emerso che il 55% dei partecipanti è favorevole ad una educazione sessuale a scuola perchè tra i giovani c’è molta disinformazione mentre per un 28% sarebbe utile parlare di sesso in classe perchè farlo in famiglia è imbarazzante. Solo l’11% ritiene che i giovani sappiano già tutto e che l’educazione sessuale a scuola non servirebbe a nulla, mentre il 5% non si è pronunciato sulla questione”. Alla luce di questi risultati inequivocabili, “gli studenti chiedono a gran voce che si parli di sesso anche a scuola perchè la sessualità è un aspetto della persona che non dovrebbe fare tanto scalpore. Non è un argomento scabroso, quindi basta con certi moralismi’”.
Dal sito si sottolinea anche che a farsi portavoce di questa esigenza è stata la Sigo, Società italiana ginecologia e ostetricia, che ha lanciato il primo kit per l’educazione sessuale nelle scuole. Eppure le prime esperienze sessuali sono sempre più precoci, gli aborti fra le minorenni sono più che raddoppiati nelle under-14, passando dallo 0,5% del 1995 all’1,2% del 2005, e sono in aumento anche le malattie sessualmente trasmissibili, come la clamydia, che negli ultimi 10 anni è cresciuta di 6-10 volte a seconda delle regioni.