L’abitudine di svolgere diete dimagranti più o meno rigide è un comportamento talmente diffuso nelle società occidentali che ormai se ne parla come di un vero e proprio fenomeno socioculturale definito “Diet Industry”.
Negli ultimi anni, la dieta non è più solo un mezzo per affrontare il problema del peso, ma è diventata un vero e proprio modo di dimostrare a se stessi e agli altri la propria volontà.
Tanto più la dieta è severa e restrittiva quanto più la persona percepisce di avere un buon autocontrollo e di conseguenza un aumento della propria autostima.
In realtà un atteggiamento eccessivamente rigido nei confronti del cibo caratterizzato dall’evitamento di alcune categorie di alimenti (pensiamo a quante persone evitano di mangiare i dolci o addirittura pane e pasta) è alla base di gravosi sensi di colpa.
Se infatti assumiamo un atteggiamento dicotomico (tutto o nulla) nei confronti del cibo non ci sentiremo mai in diritto di mangiare determinati alimenti perché colpevoli di infrangere delle regole ritenute indispensabili per ottenere la perdita di peso.
Un’eccessiva restrizione dietetica ci predispone paradossalmente alla perdita di controllo.
Questo perché la preoccupazione per il cibo, la limitazione della propria vita sociale e l’ansia che ci accompagnano generano un livello di stress eccessivo per il nostro sistema nervoso che, stremato da tanta rigidità, ci porterà a desiderare fortemente proprio quei cibi tanto temuti.
Dopo qualche settimana di dieta restrittiva e di fame ci si ritrova quindi a fare il primo “sgarro” con conseguente rimorso e recupero del peso.
Pertanto concedersi alcuni alimenti più gratificanti nella giusta quantità e con la giusta frequenza aiuta a riscoprire il vero piacere del cibo e a non cadere in tentazione al di fuori dei pasti principali.
Nessun cibo è realmente dannoso se assunto in modo equilibrato e non dovrebbe essere vissuto come proibito e proprio per questo tanto desiderato. Mangiare un cibo considerato pericoloso, in modo consapevole, aiuta a riscoprire il gusto degli alimenti, a gestirne la quantità, a mantenere una buona vita sociale, a liberarsi dai sensi di colpa e a poter seguire nel tempo una dieta.
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