Segnaliamo varie critiche di alcuni consiglieri regionali che oggi hanno visitato dei reparti di Careggi a Firenze:
1) Iniziamo dal comunicato del Pdl.
Edifici fatiscenti, strutture interne trasandate, reparti che, nonostante l’abnegazione e la competenza del personale sanitario, non riescono a soddisfare la domanda di salute dei pazienti. Questi alcuni degli esiti del sopralluogo realizzato stamani a Careggi da Stefano Mugnai, vicepresidente della commissione regionale Sanità, e dai consiglieri regionali fiorentini del PdL Giovanni Donzelli e Nicola Nascosti, tappa di un viaggio che i consiglieri stanno effettuando nelle strutture sanitarie toscane.
Molte perplessità, prevalentemente legate a carenze infrastrutturali, e una certezza: il tanto decantato sistema sanitario toscano è rivedibile, sotto molti punti di vista.
Prima tappa del viaggio a Careggi il Pronto soccorso, struttura ‘tarata’ su circa 28mila accessi l’anno. Oggi se ne contano oltre 58mila, oltre il doppio rispetto alla soglia programmata, anche in considerazione dei 1560 mq a disposizione. Dei 58mila pazienti che vi accedono il 22,5%, pari a circa 13 mila persone, vengono ricoverati (di cui ben 9000 sono over 65).
Un dato fornito dai medici con cui si sono confrontati i consiglieri regionali e che ha sollecitato in Stefano Mugnai una prima riflessione: “Il raddoppio del numero degli accessi al pronto soccorso è la conferma che i cittadini non riconoscono altre forme di assistenza oltre al medico di famiglia e all’ospedale. Nessuna struttura intermedia in grado di rispondere ai bisogni sociosanitari della popolazione. Mi domando allora – prosegue il vicepresidente della commissione Sanità – quale sia il ruolo delle Società della Salute, fiore all’occhiello dell’amministrazione sanitaria targata Rossi. A distanza di circa un decennio dall’inizio della loro sperimentazione oggi, qualora ce ne fosse stato bisogno, abbiamo avuto la conferma che queste sovrastrutture non rispondono alla missione per cui sono state create. Un fallimento conclamato e confermato dagli stessi operatori sanitari. Rossi metta da parte l’orgoglio e riconosca che la sua intuizione era sbagliata”, conclude Mugnai.
E a colpire l’occhio dei consiglieri del PdL non solo le discutibili scelte dell’amministrazione regionale, ma anche evidenti carenze infrastrutturali, nello specifico nel plesso che ospita il reparto di Neurologia. Ad evidenziarle Giovanni Donzelli: “All’esterno edifici fatiscenti con armature metalliche a vista e facciate cadenti, all’interno stanze che ospitano negli stessi spazi pazienti e attrezzature, a causa dell’assenza di magazzini; e ancora, cartelle cliniche impilate sul pavimento, servizi igienici a dir poco essenziali. E come ciliegina sulla torta, – prosegue il consigliere del PdL – all’ingresso di un corridoio un cartello attaccato allo stipite della porta: ‘Attenzione, soffitto pericolante, evitare di sostare’. Un quadro a dir poco desolante, e poco conforta pensare che prima del trasloco del reparto in una struttura adeguata passeranno non meno di un paio d’anni”, chiosa Donzelli
“C’è molto da rivedere – conclude Nascosti – e stupisce che ancora si decanti il sistema sanitario toscano come un optimum. Careggi è la prova provata delle fallaci idee del centrosinistra in campo sociosanitario. L’intensità di cura va bene, ma mancano strutture sul territorio in grado di avvicinare il cittadino-paziente al sistema; strutture che non sono e non saranno le Società della Salute. I medici hanno lamentato scarsità di risorse. Crediamo che le risorse impiegate possano essere sufficienti a rispondere alla domanda di salute, se solo fossero spese al meglio”, conclude Nascosti.
2) Questa la replica dell’AOU Careggi.
Careggi rappresenta la più grande opera di demolizione e ricostruzione di un’area ospedaliera su se stessa a padiglioni aperti. Con i suoi 40 edifici dispiegati su un’area di 78 ettari l’Azienda ospedaliero universitaria Careggi è la più grande dell’Italia centrale. <>.
A Carreggi sono in corso attualmente i seguenti appalti fra quelli più rilevanti: per la costruzione dei nuovi laboratori ITT, la ristrutturazione del CTO, la nuova Maternità, il nuovo edifico del Dipartimento emergenza urgenza accettazione (Dea) composto da 5 blocchi di cui 3 già realizzati per un totale di 45mila metri quadri con 550 posti letto, i nuovi blocchi operatori e la diagnostica dedicati all’oncologia nell’edificio a completamento del Nuovo San Luca. Questi gli appalti maggiori per quanto riguarda l’area assistenziale a cui si aggiunge, sul fronte strutturale, la uova centrale energetica e i tunnel sotterranei di collegamento fra i vari padiglioni in particolare fra Careggi e il Cto.
I lavori sono entrati nella fase cruciale nel 2008 e proseguono rispettando grazie all’impegno quotidiano del Dipartimento tecnico nei tempi previsti, seguendo un preciso progetto sanitario elaborato aggiornato e gestito dalla Direzione Sanitaria. Il piano si completerà per una prima importante fase fra il 2011 e il 2012. In questo periodo saranno ultimati e attivati la nuova Maternità, l’ala rinnovata del Cto con il nuovo blocco operatorio, i blocchi operatori e la diagnostica avanzata del Nuovo San Luca e il blocco G con il nuovo pronto soccorso di circa 4mila metri quadri. A conclusione di questa prima fase l’attuale padiglione che ospita la neurologia sarà chiuso e le attività trasferite nel nuovo Cto.
La seconda fase dei lavori si concluderà nel 2013 con l’ultimazione delle 16 sale operatorie del nuovo Dea e la concentrazione dei pronto soccorsi: Centrale, traumatologico (attuale Cto), oculistico, otorino. Infine Il lavori saranno completati con un terza fase nel 2015 con la ristrutturazione dell’ultima parte del Cto.