Il prana ha un ampio spettro di azione e di modalità risanatrici: può essere benissimo usato per la prevenzione e per il mantenimento della salute; questo è l’inquadramento e l’utilizzo “istituzionale” del prana con la Prano-pratica. Ma la qualità terapeutica del prana continua ad esistere e ad agire, in attesa che anche per questo importante aspetto la Legislazione voglia finalmente dire la sua e definire un ulteriore profilo professionale adeguato. La Pranoterapia (cioè la qualità terapeutica del prana) non è estinta! E’ ben viva e attiva, perché è dono naturale dell’uomo. E’ la sua regolamentazione che, penso io, dovrà attendere ancora qualche tempo; o meglio, tempi più maturi.
E poiché il progresso normalmente procede a gradi, essere arrivati (dopo anni di discussioni e dibattiti) a definire ed a regolamentare alcuni aspetti comunque importanti del prana, ritengo che sia una tappa importante, seppur ancora parziale.
La Prano-pratica è, quindi, facente parte, a pieno titolo, delle Discipline del Benessere e Bionaturali (DBN) e delle DOS (Discipline Olistiche per la Salute): in entrambe le dizioni è chiara la valenza del benessere e della salute. Inoltre, l’operatore DBN/DOS di Prano-pratica (altra dizione!) contempla anche, nel suo profilo, la possibilità di dare indicazioni atte a conseguire uno stile di vita che favorisca il raggiungimento, il miglioramento e la conservazione del benessere globale della persona. Non è certo poco, lo ripeto, per iniziare.
La prospettiva attuale e dell’immediato futuro è che la nostra arte che utilizza il prana (detto anche, con altri termini, bioenergia o energia vitale) possa rapidamente cooperare, nell’ambito delle DBN/DOS, con la medicina ortodossa, con la MC (medicina complementare) e con la MNC (medicina non convenzionale), al fine di mirare con vicendevole integrazione, ognuna secondo le proprie competenze, al fine unico e comune che è la salute ed il benessere dell’uomo.
Ciò che serve a questo fine non può essere scartato e considerato di serie B. Ogni cosa al suo posto, ma senza dimenticare che ogni cosa può essere preziosa per l’uomo sofferente.
Il prana è nato con l’uomo per l’uomo: può essere tante cose; ma certamente tutte utili, in varia misura, alla vita, al benessere ed alla salute/salvezza della vita di ognuno. Non è certo questione di nomenclatura! Quando chiudiamo gli occhi, e apponiamo le mani, è la Natura (da sempre) che agisce e sa cosa fare. La nostra mente razionale definisce, regolamenta, delimita. Il nostro cuore intuitivo illumina, riscalda ed espande. Tutti e due gli aspetti funzionali (il razionale e l’intuitivo), in modo utile e necessario, fanno sì che ogni volta si manifesti la virtù dello splendido e meraviglioso dono che la Natura ci ha posto tra le mani, al fine di lenire le sofferenze del prossimo.
Pranoterapia, bio-pranoterapia, prano-pratica, bio-energia, ecc.: usiamo i nomi che vogliamo a seconda delle epoche, dei luoghi e delle situazioni e di quanto ci viene richiesto dalle regole elaborate, con il nostro contributo, dalle Istituzioni; regole che vanno rispettate e seguite, se vogliamo raggiungere gli obiettivi professionali che ci siamo posti. Ma da sempre e per sempre, uomini tra gli uomini, la nostra guida interiore ed il nostro sentire vero e profondo è sobriamente definito e “regolamentato” da tre semplici parole: Amor Est Salus.